E’ difficile lavorare nell’emergenza. Quando torni a casa la sera, dopo una giornata difficile come queste ultime che stiamo vivendo, il primo pensiero è quello di riposarti e di dimenticare le fatiche del lavoro. Ma poi ripensi a quanto può essere importante la tua presenza e la tua cura, per le persone fragili che in questi giorni sono destinatarie dei tanti interventi che facciamo: io, le mie colleghe assistenti sociali, gli operatori e la mia cooperativa nel suo complesso.
Questa mattina, un operatore ha consegnato la spesa ad una persona anziana e lei gli ha lasciato un bigliettino scritto con la penna blu e con un messaggio molto semplice “grazie per la vostra spesa”. Un piccolo gesto, ma di grande valore.
“In questo momento di grande cambiamento e di generale incertezza, la riconoscenza mostrata dalle persone a cui ogni giorno rispondiamo al telefono, anche più volte al giorno, non viene meno, anzi si mostra con maggiore forza rispetto alla norma” racconta Elisa, un’assistente sociale di Cascina Biblioteca che collabora con WeMi Ornato all’interno di Milano Aiuta. Perché oggi siamo tutti più fragili e, nella distanza, abbiamo tutti bisogno l’uno dell’altro.
Spesso le persone chiamano, forse più per la voglia di fare due chiacchiere che non per la spesa in sé, perché per molte di loro qualche parola di conforto è diventata una certezza, il riferimento che sanno di trovare in questo momento di incertezza. Il solo fatto di rassicurarle, per quanto riguarda la consegna della spesa e dei farmaci, che “non si preoccupi, arriveranno entro qualche giorno”, che l’operatore che “è stato tanto gentile la scorsa settimana” tornerà da loro, che possono stare tranquille perché la spesa non è mai così tanta da non poter aggiungere ancora qualcosa che sembra essere necessario.
“E’ un lavoro stancante, che ci mette alla prova e ci porta ad interagire con persone diverse, dalle signore che sbraitano per sapere a che ora arriverà la spesa, a quelle che si commuovono quando dici loro che la spesa arriverà giovedì anche se è già martedì sera” dice ancora Elisa. Persone molto diverse, che vivono questo disagio in modo differente, ma che mostrano comunque il loro bisogno di aiuto e di supporto, anche a distanza. Uno “stare vicino” anche a chi si scopre improvvisamente fragile e povero. A chi perde il lavoro e con fatica è portato a dire “non so come fare la spesa”. Ma si scoprono “belle storie”: il gran cuore di Milano e i numerosi volontari che partecipano alla consegna della spesa, ai pacchi alimentari negli Hub Qubi per il cibo, alle iniziative di semplici ma splendidi cittadini che inventano risorse come la “spesa in sospeso” del quartiere Feltre e alla collaborazione con QuBi Parco Lambro.
In queste settimane, le assistenti sociali di Cascina Biblioteca hanno risposto a innumerevoli telefonate hanno ricevuto ringraziamenti per il servizio svolto poco prima, elogi al loro operato, franca gratitudine per quella che sembra “una semplice spesa”.
“E nella generale confusione, rimane il sospiro di quando, a fine giornata, spegniamo il cellulare, smettiamo di guardare le mail e pensiamo che anche questa giornata di quarantena è andata, che le commissioni di oggi sono state tutte portate a termine, che una mano (simbolica e con la dovuta distanza, mascherine e guanti) siamo riusciti a darla anche oggi, nella speranza che torni presto la normalità”.