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Autismo e CAA in famiglia

Ornella, mamma di Adriano ci racconta il percorso di suo figlio e i traguardi raggiunti

Adriano è un ragazzo autistico che frequenta il CDD Ferraris di Cascina Biblioteca e che ha fatto notevoli passi avanti nel processo di conquista dell’autonomia.

Abbiamo parlato di lui recentemente raccontando come, quando è arrivato nel centro diurno disabili, avesse gravi difficoltà nella comprensione della comunicazione verbale in ingresso. Per lui gli operatori hanno creato supporti visivi corredati di immagini, simboli, parole, per favorire la comprensione di quanto gli veniva richiesto e delle attività che avrebbe dovuto svolgere. Ricordiamo che Adriano è volontario in una mensa per persone bisognose ed è in grado, grazie ai preziosi strumenti della CAA, di avere relazioni collaborative anche con ospiti che non conosce, oppure è in grado di comprendere perfettamente i suoi compagni e colleghi quando gli chiedono di preparare una pizza (perché è anche un bravo pizzaiolo).

Abbiamo chiesto ad Ornella, sua mamma, di spiegarci come utilizzano insieme gli strumenti della CAA e quali sono le sinergie tra le attività che Adriano svolge al CDD e ciò che fa a casa.

  1. Buongiorno Ornella, come avete conosciuto la nostra cooperativa?

Adriano è andato a scuola fino alla terza media, poi è stato necessario trovare una struttura adeguata, che permettesse di dargli degli stimoli e valorizzare le sue autonomie.

Attraverso l’Infopoint Servizi Sociali del Comune di Milano, Adriano è stato indirizzato in un centro diurno in città, che però non ci aveva convinto. Avevamo la sensazione che lì non ci sarebbero stati progressi e così abbiamo scelto di aspettare la proposta di una nuova struttura. E’ passato circa un anno, dopo il quale si è liberato un posto al CDD di Cascina Biblioteca. Adriano aveva 17 anni, era il 2008.

  1. Come sono stati i primi giorni di Adriano al CDD?

I primi giorni sono stati dedicati a prendere confidenza con la nuova struttura e con operatori e compagni. Ma ad Adriano basta poco, piuttosto rapidamente si apre agli altri e questo processo è stato facilitato anche da un personale davvero fantastico che si è dedicato pienamente a lui. Era uno dei primi casi di autismo e gli operatori hanno anche fatto un corso di aggiornamento per comprenderlo e interagire meglio con lui.

  1. Quali sono i miglioramenti nella comunicazione e nell’autonomia che avete visto grazie agli strumenti della comunicazione per immagini? Lo strumento della CAA viene utilizzato anche a casa?

Al CDD si utilizzano molto le immagini e per lui era stata fatta un’agenda con icone che lui poteva spostare e riattaccare grazie al velcro. Facciamo lo stesso anche a casa, attraverso l’agenda e le immagini riposizionabili, riusciamo a fargli comprendere la sequenza delle attività come fare colazione, lavare i denti, etc. Questo è utile e necessario nella fase iniziale, dopo un po’ di tempo lui acquisisce la capacità di fare tutto in autonomia.

Quando vogliamo che impari un’attività nuova, creiamo una nuova storia con le immagini, come rifare il letto, apparecchiare, caricare e avviare la lavatrice.

  1. Adriano svolge attività di volontariato in alcune strutture come nella mensa dei poveri, come vive questa esperienza?

Gli piaceva molto andare alla mensa dei poveri, tutti erano entusiasti di lui e si era integrato benissimo nel gruppo dei volontari. Ha imparato a fare tante cose da solo, l’educatrice raccontava che riusciva a comunicare con gli ospiti e chiedeva sempre se desideravano mangiare qualcosa. Era entusiasta di questa uscita del mercoledì. Con operatori, volontari e ospiti della mensa si era instaurato un rapporto davvero intenso, infatti quando Adriano è stato ricoverato in ospedale per un intervento, hanno voluto fare una videochiamata con lui per fargli sentire la loro presenza.

  1. Adriano fa anche la spesa in autonomia grazie alle immagini. Mi racconta come ha imparato?

Mio figlio ha iniziato a fare la spesa con gli operatori facendo grossi progressi, inizialmente veniva accompagnato e oggi invece va da solo al supermercato, è in grado di comprare i prodotti richiesti e di pagare. Anche con me ha iniziato a sperimentare la capacità di muoversi da solo e fare la spesa, è capace anche di scegliere il prodotto con il prezzo più alto o più basso.

  1. Quando dovete risolvere un problema o avviare una nuova attività, vi rivolgete al CDD per costruire una storia. Mi fa un esempio?

Anche per questo motivo gli operatori sono estremamente collaborativi. Se abbiamo la necessità di comunicare un cambiamento ad Adriano o se sappiamo che sta per iniziare un periodo difficile in cui nascono nuove abitudini o qualche difficoltà, possiamo chiedere al CDD di scrivere una storia sociale per immagini. In questo modo, Adriano comprende facilmente le nuove abitudini e tutti i passaggi delle nuove attività. Quindi il supporto dell’equipe va oltre la permanenza di Adriano al CDD, ma sostiene anche la sua vita in famiglia. Per esempio, quando suo papà è stato molto male e tossiva in continuazione, abbiamo provato insieme agli operatori a trovare per lui una valvola di sfogo per aiutarlo a sopportare la tosse, perché a lui danno molto fastidio i rumori forti. Anche in questo caso il CDD ci ha supportato nel creare storie sociali per immagini. Oppure adesso, che Adriano deve fare controlli programmati e frequenti in ospedale per motivi di salute, l’agenda lo aiuta a scandire i tempi.

  1. Quali sono state le difficoltà più grandi che avete vissuto in quest’anno di pandemia e quale sostegno avete ricevuto dal CDD Ferraris?

E’ stato difficile fargli capire che non potevamo uscire. Mi chiedeva spesso “quando torniamo al CDD?” Le educatrici gli hanno spiegato che non sarebbe potuto tornare fino alla fine della pandemia. Ci hanno inviato molti tutorial, per esempio per fare il pane, anche perché Adriano faceva già l’impasto per la pizza, i biscotti e la pasta fresca e riesce a gestire queste attività in modo autonomo.

  1. Qual è il rapporto tra voi genitori e gli operatori del CDD?

Il rapporto tra l’equipe e le famiglie è davvero molto positivo, quasi un rapporto di amicizia perché il personale si mette a disposizione della famiglia collaborando per il bene del ragazzo.

  1. Qualche parola per descrivere il CDD di Cascina Biblioteca … 

Il CDD per noi è una famiglia, è proprio quel posto stimolante che io cercavo per mio figlio e sono molto contenta che ci possa stare dai 18 ai 60 anni: una struttura con personale molto valido, dove la parola d’ordine è “prendersi cura”.

18 giugno 2021

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