Aveva esattamente 35 anni, tanti per un asino, (la loro vita media è proprio di 35/40 ani) ed era in Cascina Biblioteca da un paio di decenni.
A causa della vecchiaia era diventato molto magro e sabato scorso se n’è andato: Buenaventura – battezzato così in onore di Buenaventura Durruti – mitico comandante delle brigate anarchiche nella guerra civile spagnola, perché aveva un carattere battagliero.
La vita di Cascina lo aveva poi addolcito al punto che il suo nome si era tramutato in uno molto più placido, Bonnie. Ma la sua indole anarchica non era mai venuta meno del tutto, e rispuntava forte ogni volta che in Cascina Biblioteca arrivava qualche personaggio importante, il cui discorso serio e impaludato veniva puntualmente interrotto dal raglio forte e beffardo di Buenaventura che sembrava dire “tu sarai pure il vicesindaco o l’assessore ed io solo un asino, ma qui dentro comando ancora io!” In particolare, un giorno arrivò in Cascina Biblioteca l’allora vicesindaco che fece un serio discorso, mentre Buenaventura sullo sfondo (e a favore di telecamera) ragliava forte montando allegramente la sua bella (che per coerenza avevamo chiamato Dolores Ibarruri).
Anni fa, Buenaventura era finito addirittura sui giornali internazionali grazie ad una foto molto bella scattata nella casetta degli orti.
Lo staff del maneggio lo chiamava “l’asino buono” perché la sua dolcezza e la sua pazienza lo rendevano meraviglioso con i bambini/e. Per questo era lui il prescelto negli interventi assistiti con gli animali destinati a bambini/e e anche a ragazzi/e con disabilità. Inoltre, anche nelle relazioni con i suoi simili, era molto docile, tanto che aveva “adottato” un arietino che veniva trattato male dalle capre: Bonnie aveva deciso di proteggerlo ed erano diventati inseparabili.
Gli asini sono parte della famiglia degli ungulati (mammiferi che camminano appoggiando il proprio peso sulle unghie che, con il tempo, sono diventati zoccoli) e intorno a loro circolano diversi stereotipi. Uno è quello secondo cui sono animali cocciuti, stupidi e pigri: la scienza ci dice invece che sono animali intelligenti e pazienti. Se si fermano in strada, non è perché sono stanchi ma perché hanno intuito che c’è un pericolo e stanno molto attenti a scegliere il punto giusto in cui mettere gli zoccoli.
Gli asini sono socievoli, affettuosi e adorano stare in compagnia di loro simili e di altri animali; infatti, se vengono lasciati soli diventano molto tristi! Hanno una memoria di ferro: riescono a ricordare animali che hanno conosciuto in passato o la strada di casa, anche se sono passati 10 anni. Infine, sono coraggiosi perché quando sono in difficoltà e sono attaccati da predatori, attaccano in gruppo scalciando e usando i denti con temibili morsi! Del loro corpo ci colpiscono le orecchie, lunghe e piuttosto grandi perché adatte a disperdere il calore, retaggio di un adattamento al clima del deserto in cui l’asino viveva. Inoltre, grazie agli organi dell’udito, possiamo capire il loro stato d’animo: se le orecchie sono a penzoloni, sono tranquilli; se sono abbassate all’indietro hanno paura e diventano aggressivi!
Bonnie è stato per Cascina Biblioteca un compagno di vita, affettuoso e fedele che ha fatto sorridere tanti bambini e bambine: ora rimarrà nei nostri ricordi e in quelli di tutti coloro che lo hanno conosciuto!
Ciao Bonaventura!
11 novembre 2022