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Capitolo IX – storie legate ai valori: Un lavoro di valore e di… Valeria!

Per il nono capitolo delle storie legate ai valori fondanti della Cooperativa, abbiamo chiesto a Valeria Ceruti, responsabile del Cfp di Consorzio Sir e Cascina Biblioteca, perché parliamo di “lavoro come espressione di vita“.

Valeria lavora in Cascina Biblioteca, fu Anffass, Consorzio SIR e poi Il Fontanile, da più di vent’anni.

Era il settembre del 1998 quando Valeria arrivò in Cascina e cominciò a lavorare per l’allora Anffass nella sua struttura scolastica di centro di formazione professionale (Cfp) e, ammette lei, inizialmente non ci voleva venire. Sarebbe stata l’insegnante di italiano e inglese in classe, ma quella realtà così inusuale le frenava un po’ l’entusiasmo.

Quel che ha permesso a Valeria di cominciare a vedere Cascina con occhi diversi è stato il legame importante costruito con i colleghi di lavoro. “Io ho scoperto Cascina una seconda volta, grazie ai miei colleghi. Eravamo tutti amici, coetanei e condividevamo le stesse situazioni quotidiane, le stesse dinamiche lavorative, lo stesso tavolo per pranzare e poi giocare a biliardo nel dopolavoro. Ci siamo visti a vicenda prendere mogli e mariti, avere figli, quasi tutti della stessa età. Abbiamo permesso che in quel luogo condiviso germogliasse e sbocciasse un legame forte”, racconta Valeria, “un legame che non poteva prescindere dagli argomenti che condividevamo e dal lavoro che facevamo, espressione di scelte consapevoli e non facili, ma che rappresentavano il nostro sentire e la risposta a un’urgenza della società, dei ragazzi, delle famiglie.”

Nell’aprile del 1999 questo gruppo di lavoratori e altri, di altri impieghi, hanno fondato, in virtù di quel sentire, una cooperativa chiamata Il Fontanile. Sembrava un’avventura, piccola, semplice che, invece, nel giro di una decina d’anni è cresciuta e si è ampliata, definendo i propri valori e il proprio operato. La nascita della cooperativa non è stata frutto di una riflessione solo professionale, c’era altro, c’era molto di più: c’era un’unione di intenti in cui i soci si riconoscevano come persone, prima di tutto.

Insomma, in poco tempo per Valeria venire in Cascina Biblioteca non era più una questione di lavoro, c’era ben altro. I colleghi, ma anche le vite e le famiglie che le passavano sotto gli occhi e sui banchi, storie di fragilità sociali profonde che impari a sostenere e aiutare giorno per giorno. Dopo aver insegnato per sette/otto anni, Valeria ha iniziato a collaborare con Marco Coquio e ad affiancarlo nel suo ruolo di Responsabile Coordinatore del Cfp, ruolo che oggi condivide del tutto con lui.

Una delle cose più importanti che Valeria ha compreso e fatto propria negli anni è che non ha senso raccontare la diversità come qualcosa che non esiste e che è in grado di essere assorbita dalla società. “Non è vero”, dice, “perché sono solo parole”. La società, infatti, non permette che questo assorbimento avvenga, che tutto uguale e possibile per tutti. Per le famiglie con situazioni di fragilità all’interno non è mai facile essere accolte e sostenute dalla società.

Da quando è diventata genitore, Valeria racconta che la relazione con i ragazzi che aveva in aula è cambiata moltissimo: vedere le difficoltà quotidiane delle loro mamme e papà e confrontarle con quelle che aveva lei con la venuta al mondo di sua figlia, le ha aperto del tutto gli occhi. Non che prima non le fosse chiaro, ma quando ci si trova davvero nella stessa condizione quotidiana, allora la diversità affiora e si può capire così chiaramente che le fatiche non sono nemmeno paragonabili tra loro.

“E allora è chiaro che il tuo lavoro diventa davvero una scelta importante da fare e, in quella, sta l’immagine del tuo rapporto con la vita. Io ho capito che fare del bene fa bene, che mi da’ una marcia in più, che sono cambiata, nel tempo, grazie al mio lavoro”.

Negli anni, Valeria ha scoperto di avere sentito crescere dentro di sé accoglienza e tolleranza, ha sentito di essere diventata più forte, di aver insegnato ma anche di aver imparato a fare cose che non immaginava di saper fare. Anzi, racconta: “Quando mi viene detto grazie per aver contribuito o reso possibile qualcosa, nemmeno so come ho fatto, ma mi rendo conto che  è vero. L’ho fatto e qualunque obiettivo realizzato per gli altri mi fa sentire bene, utile, mi fa sentire capace, nel mio settore, ma soprattutto amata perché la gratitudine non è cosa da poco quando la ricevi. E pensare che, ancora oggi, continuo a ripetermi: Grazie? Di che? Ho fatto solo il mio lavoro!”

E’ un grande potere quello che le famiglie degli allievi affidano agli insegnanti, in generale, un potere e una fiducia. Da insegnante diventi un secondo genitore e con affetto e rigore ti prendi cura di un figlio figlio, frutto dell’amore di altri genitori. Lavi, pulisci, insegni, sopporti, cerchi di comprendere e avere pazienza e, nonostante tutto questo o forse grazie a tutto questo, sei portato ad amarli e ad amare con più facilità.

La soddisfazione più grande di Valeria, infine, è riuscire a collocare lavorativamente gli allievi che finiscono la scuola o, se non lavorativamente, all’interno di Centri diurni dove possono continuare ad imparare, ma soprattutto a sentirsi bene e ad essere felici.

valori di Cascina biblioteca sono raccontati anche attraverso le video-storie, in fondo a questa pagina!

Cliccate qui: http://cascinabiblioteca.it/la-cooperativa-inclusione-sociale/i-valori/

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