Lo scorso 18 novembre Casa
Montemartini ha aperto le porte con l’ingresso del primo inquilino! E con lui, una nuova prospettiva di
residenzialità applicata all’occupazione lavorativa e all’autosufficienza domestica hanno avuto, definitivamente, inizio.
Facciamo un passo indietro e rivediamo un po’ la storia di questo progetto.
IERI
Con l’incorporazione di Omnicoop all’interno della cooperativa,
Cascina Biblioteca è diventata proprietaria di un nuovo appartamento in via
Montemartini 4, zona Corvetto, ribattezzata Casa Montemartini.
La casa è legata da tempo al mondo del sociale, è stata gestita in passato da
Anffas, quando Anfass intraprese una delle prime esperienze di residenzialità per la città di Milano, e ha una lunga storia che molti di noi hanno vissuto e conoscono bene.
Mario Celant, originario proprietario della casa, è stato con noi in Cascina fino alla fine del suo percorso terreno.
Era il 1983, quando la zia di Mario si rivolse ad Anffas, portando un bisogno e una risorsa. Il bisogno era che qualcuno si occupasse di Marietto dopo di lei, la risorsa era, appunto, quell’appartamento di proprietà. L’associazione rispose con concretezza e così nacque la prima
comunità alloggio, che arrivò ad ospitare 4 persone (da oggi saranno 5). Dopo 10 anni, la comunità fu trasferita in via Novara e l’appartamento fece vari giri fino a tornare a Cascina Biblioteca e a essere di nuovo, oggi, casa per persone con fragilità, ma con uno spirito ancor più innovativo, perché tiene assieme le due identità della Cooperativa: quella di servizi alla persona e di
inclusione lavorativa.
E anche Marietto, che lì abitava, lavorava al Centro Sperimentale Agricolo.
Insomma, sembra abbastanza chiaro che il progetto di Casa Montemartini chiude un cerchio iniziato tanti anni fa e lo fa guardando al futuro. Ed in effetti un cerchio serve proprio a far sì che passato e futuro si tocchino.
OGGI
Nei mesi passati l’appartamento è stato completamente ristrutturato dal
settore edile di Cascina Biblioteca e ne è risultato un quadrilocale composto da sala con angolo cottura, due camere doppie e una singola, tre bagni, lavanderia e ripostiglio.
Il cuore del progetto è legato al lavoro e all’occupazione: l’idea di base è che le persone che abiteranno Casa Montemartini abbiano un aggancio con il mondo del lavoro e che dall’unione di occupazione e abitazione possano raggiungere un certo livello di indipendenza e autonomia di vita. L’intenzione è che i suoi abitanti, attraverso il proprio lavoro, si sostentino il più possibile da soli, essendo veramente protagonisti e responsabili delle proprie scelte di vita.
A caratterizzare la casa è anche l’impianto domotico, che, attraverso una centralina, permette di gestire la casa con una serie di controlli a distanza e con ausili di supporto per persone che possono avere bisogno dell’interazione con la tecnologia per la propria autosufficienza in casa.
Il primo inquilino ad averne calpestato i pavimenti è
Alfondo (pseudonimo), signore che da anni lavora all’ATM e che, dopo un periodo particolarmente delicato della propria vita (durante il quale ha sospeso momentaneamente l’attività lavorativa), si appresta a recuperare un’autonomia e un buon livello di benessere anche
con il nostro sostegno. Entrato in
Montemartini, infatti, Alfonso ha ripreso anche a lavorare.
Il secondo inquilino di Casa Montemartini, poi, è stato
Francesco, nostro collaboratore in cooperativa già al
Vagone, bar sociale e ora nel
verde.
Ci sono poi altri possibili abitanti che ancora stanno valutando la proposta. Nel complesso la casa può ospitare fino a cinque persone.
In questa fase di avvio,
Marco Alviti è ufficialmente coordinatore della casa, mentre
Georgina, storica colonna portante di una delle residenze storiche di Cascina Biblioteca, ovvero
Combriccola, presterà anche in Montemartini parte del proprio servizio data la sua capacità di cura della
casa e di gestione domestica.
Insomma, abbiamo pensato proprio a tutto. E ore non rimane che festeggiare!
A breve una festa di inaugurazione di questo ulteriore traguardo sociale per Cascina Biblioteca.
La attendiamo felici. E orgogliosi.
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