Una cooperativa di comunità, per definizione, è un modello di innovazione sociale capace di creare coesione in una comunità, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e istituzioni per rispondere a esigenze precise.
Il primo obiettivo fondamentale di una cooperativa di comunità è che produca vantaggi a favore di una comunità alla quale i soci appartengono.
Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso la produzione di beni e servizi condivisibili, che possano incidere in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita sociale ed economica della comunità stessa.
La tipologia della cooperativa o delle attività svolte non contano: che si tratti di offerte lavorative diverse, servizi diversi o benefici diversi, non importa. Importa, invece, la finalità: valorizzare la comunità di riferimento, che, nel caso delle cooperative, coincide proprio con il capitale umano.
In Italia, negli ultimi anni, sono stati attivati a livello regionale bandi e altre forme pubbliche di sostegno per attivare la nascita di queste realtà cooperativistiche comunitarie. In altre parole, gli enti locali hanno cominciato a intervenire per consentire la creazione di questo “bene sociale comune”.
Il più rilevante e noto tra i bandi proposti riguarda il tema di riattivazione di piccoli borghi e cittadine con notevoli cali di abitanti, allo scopo di ripopolarli, creando nuove offerte di lavoro e spingendo la popolazione dai grandi centri abitati alle valli, per migliorare la qualità della vita delle stesse persone, ma anche per rinnovare strutture già funzionanti.
Ogni cooperativa è unica e inimitabile nel suo genere, per dimensioni, obiettivi e attività, perché diverse e uniche sono le peculiarità della comunità, diversi i bisogni e le modalità di risposta che affondando le proprie radici nella storia e nei modi di essere di quella specifica comunità.
Non esiste una tipologia specifica di “cooperativa di comunità” e come tale non è ancora riconosciuta giuridicamente.
Nel 2017, tuttavia, è stata attivata, per questo tipo di progetti, una proposta di legge, tutt’ora in fase di definizione. Le cause di questi interventi operativi sono da ricercarsi nel fatto che il mondo del sociale può sopperire a ciò che i comuni stessi non riescono più a sostenere, perciò si chiede alle cooperative di intervenire con le proprie risorse per sostenere un bisogno territoriale.
Confcooperative e Legacoop, associazioni che riuniscono le imprese cooperative attive in tutte le regioni e in tutti i settori per creare sviluppo sociale, civile e territoriale, sono due delle principali realtà attive sulla promozione di questo tipo di innovazione sociale su scala nazionale.
Ma come funziona l’attivazione di un progetto cooperativo comunitario? E da cosa dipende?
Abbiamo chiesto a Vittorio Paoli, responsabile delle Aree di Cascina Biblioteca, una riflessione condivisa sulla nostra cooperativa sociale e sulla possibilità e il senso di trasformarsi in una cooperativa di comunità.
“Da noi, in Lombardia, non è contemplata questa legge di innovazione sociale per ora. E, per quanto Cascina Biblioteca si stia trasformando, lavora già attivamente sul territorio, si occupa della zona del parco Lambro, dei suoi abitanti, dei quartieri e delle loro esigenze. Anche se i territori che ci circondano (Milano Due e via Feltre) sono già soddisfatti e il benessere raggiunto. Annualmente promuoviamo due eventi comunitari, il Falò di Sant’Antonio a gennaio e l’Open-day della cooperativa a settembre, entrambi molto apprezzati e coinvolgenti per il nostro territorio. Di conseguenza, da noi non c’è un’esigenza di trasformazione della cooperativa in comunità perché, in qualche modo, lo siamo già, senza dichiararlo.
Qual è allora la procedura ideale, su per giù, per valutare la creazione di questa possibilità sul territorio?
La rete della cooperativa e quindi le relazioni con i diversi stakeholder diventano centrali per attivare la comunità. Una delle collaborazioni importanti di Cascina Biblioteca è quella con Abitare, cooperativa che da anni lavora avendo come fine il vero senso dell’abitare, che significa costruire ma anche prendersi cura dello spazio, mantenerlo in vita e coltivarlo. Grazie al lavoro di team tra Cascina Biblioteca e Abitare, in particolare nel territorio di Affori e Niguarda, sono aumentate le attività a favore dei soci. In particolare, sono due i servizi in avvio: la presenza di un’attività di ascolto e monitoraggio delle situazioni fragili e un’indagine sociale che ha l’obiettivo di far emergere i bisogni nei quartieri. I destinatari sono famiglie, anziani e tutti coloro che vivono situazioni di disagio sociale.
Inoltre, talvolta anche gli enti pubblici, in particolare i comuni, diventano soci delle cooperative che coinvolgono nella gestione di attività che non sono più in grado di sostenere direttamente. Così il sociale diventa comunitario e societario. E utilizzando lo strumento dei bandi, le cooperative offrono i proprio servizi e permettono agli enti pubblici di soddisfare bisogni anche laddove non sarebbero più in grado di arrivare. E così attraverso la collaborazione con il Comune di Milano nel welfare sociale con WeMi, Cascina Biblioteca offre i proprio servizi al territorio, nello spazio WeMi Ornato di Via Ornato 7 (all’interno, tra l’altro, di una struttura della Cooperativa Abitare), dove i cittadini trovano un’equipe dedicata all’ascolto.
E ancora con Mixitè, centro diurno per disabili ma anche polo aggregativo, nato lo scorso novembre 2018. Un centro diurno strutturato in maniera flessibile, con la possibilità di frequenza a moduli orari e dedicato alla fascia d’età 11-25 anni. Ed un polo aggregativo che si pone come obiettivo il radicamento e il dialogo col territorio, per diventare punto di riferimento privilegiato, luogo di incontro, di animazione territoriale e sociale e di integrazione attraverso proposte di corsi, culturali e formativi per tutte le fasce di età e in collaborazione con associazioni e liberi professionisti del territorio. Anche Mixitè, in Via Zanoli 15, si trova all’interno degli spazi della Cooperativa Abitare, nel quartiere Affori.
“Non proveniamo da un luogo, apparteniamo a una comunità“: è questo uno dei valori importanti di Cascina Biblioteca che riflette bene l’impegno ad essere una cooperativa di comunità, con una forte presenza sul territorio, producendo vantaggi a favore di coloro che vivono nel territorio stesso.