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La scuola in cascina e la cascina a scuola

Proposte didattiche diverse a contatto con la natura per creare connessioni tra scuola e territorio

Laura, docente in una prima elementare di una scuola primaria di Segrate, ha scelto di fare qualche lezione all’aperto in Cascina Nibai a Cernusco sul Naviglio e presso Cascina Biblioteca, mentre i bambini della sua classe erano a casa per la didattica a distanza. Ci è sembrata una scelta innovativa, in un contesto in cui c’è ancora distanza tra il mondo della scuola e il contatto con l’ambiente. Grazie ad una piccola intervista, proponiamo alcuni spunti di riflessione che possano stimolare anche ad un ripensamento nelle modalità di erogazione della didattica, con una maggiore collaborazione tra enti locali, scuole, fattorie didattiche, soprattutto in un periodo come questo ma che possano diventare anche “buone pratiche” per il futuro.

  1. Quali sono le difficoltà più grandi che incontra un’insegnante della scuola primaria costretta alla DAD?

Insegnare in presenza ed insegnare in DAD richiedono due diverse metodologie. Se in DAD pretendo di utilizzare la stessa didattica che uso in presenza, incontro enormi difficoltà:

  • sul monitor devo interagire con 18 bambini, che sono 18 piccolissimi quadratini
  • non riesco a vedere cosa stanno scrivendo sul quaderno, quindi devo farmi mandare le foto dei quaderni, devo correggerli con una applicazione del tablet (e non del computer) e rimandare. Oppure devo stampare ogni foglio, correggere, ri-fotografare il documento e rimandarlo
  • devo recuperare il libro digitalizzato e usare il sistema delle presentazioni
  • le connessioni spesso sono scarse, quindi non si hanno mai tutti i bambini collegati
  1. Quali sono le difficoltà mostrate dai bambini?

I bambini, soprattutto quelli di 6 o 7 anni non sono autonomi nella gestione degli strumenti digitali e non sempre hanno uno spazio idoneo in cui stare. Inoltre, è difficile farli intervenire nelle lezioni, alcuni si intimidiscono, sono a disagio perché devono parlare ad un computer e mostrarsi o perché i loro interventi sono soggetti agli occhi e ai giudizi dei genitori. Altre volte seguono in modo passivo ed è più difficile coinvolgerli, mentre quando vogliono partecipare attivamente per l’insegnante è difficile coordinare gli interventi. Infine, manca una distanza tra casa e scuola, quindi anche durante la lezione qualcuno vuole andare a dire qualcosa alla mamma, mangiare la merenda, sbadigliare senza contegno, ecc.

  1. Quali sono i vantaggi più grandi di far vivere i bambini a contatto con la natura?

Non ci sono vantaggi più e meno grandi. Non tutti i bambini hanno piacere di stare in contatto con gli elementi della natura. Diversi hanno paura o disgusto verso gli insetti, alcuni non ne hanno proprio interesse, quindi anche il loro sentire va rispettato. In ogni caso, noi viviamo in un mondo e facciamo parte della Natura. Quindi chi conosce meglio la Natura ha di base maggiore confidenza con sé stesso. Si può anche dire che la natura può stimolare le endorfine, offre molti spunti di conoscenza senza dover per forza guardare le cose da un libro: lo studio delle piante e degli animali.

  1. Si può ipotizzare una collaborazione tra le scuole e le istituzioni extrascolastiche, le comunità locali, il territorio? Come possiamo stimolare le istituzioni nell’acquisizione di questa nuova visione?

Domanda molto interessante. Diverse scuole si stanno orientando verso didattiche che stavo per definire innovative, anche se di fatto, sono sperimentazioni avviate già un secolo fa. Diverse scuole hanno spazi idonei che possono essere utilizzati, come i giardini per una didattica integrata e soprattutto inclusiva, con attività che comprendono la coltivazione di piccoli orticelli, l’allevamento delle farfalle, spazi dedicati a lavori di gruppo sia al chiuso che all’aperto. Penso che il punto cardine sia che è più semplice che le istituzioni extrascolastiche portino i loro progetti a scuola. Più difficoltoso sarebbe organizzare attività strutturate al di fuori della scuola, perché lo spostamento di minori non è semplice.

  1. Perché ha scelto di andare nel contesto di Cascina Nibai mentre faceva lezioni in DAD con i suoi alunni?

La conoscevo e avevo raccolto esperienze dei bambini che sono stati nei campus estivi da loro organizzati e mi hanno dato dei riscontri molto entusiasmanti. Volevo mostrare ai bambini gli animali, perché in seconda studieremo piante ed animali, quindi la cascina mi è parsa il contesto più idoneo. La seconda volta sono stata in Cascina Biblioteca.

  1. Come hanno reagito i bambini? E i genitori?

I bambini erano molto contenti e quando abbiamo ripreso gli argomenti successivamente, i bambini si ricordavano tutto molto bene, sia le cose dette, che viste. Una esperienza diretta ha un coinvolgimento emotivo maggiore e quindi si fissa maggiormente nella loro memoria. Tra l’altro, essendo una esperienza positiva, ha stimolato in loro il desiderio di avere nuovi stimoli, la predisposizione a nuove conoscenze. I genitori non potevano che essere contagiati dall’entusiasmo dei bambini e hanno accolto con molto piacere questa diversa modalità di fare lezione. Forse quella che si è divertita di più sono stata io che mi sono sentita molto Licia Colò e con la scusa di fare lezione sono stata in posti incredibili e ho imparato tante cose nuove!

  1. Cosa offre in più la DAD in loco piuttosto che un video didattico?

Mentre qualche settimana fa io ero presente in cascina e i bambini in DAD, in questo periodo, visto che siamo tornati a scuola, stiamo sperimentando la DAD dalla scuola. Ossia un esperto in loco e noi ci colleghiamo dalla classe. Questa è una modalità ancora migliore, perché gli alunni stanno tra di loro, ci sono minori difficoltà di collegamento perché non sono 20 computer collegati ma solo due. Io sono con i bambini, quindi svolgo il ruolo di coordinatore e moderatore. Per farvi un esempio, quando sono andata al mercato ho dovuto far attenzione agli scippi, decidere che cosa dire, decidere che cosa mostrare, fare attenzione a dove andavo, ascoltare i bambini se avevano qualcosa da dire o chiedere e coordinarne, trovare sul momento spunti, persone da intervistare.  Troppe attività contemporaneamente che, in questo modo vengono evitate e io posso dedicarmi solo ai bambini.

  1. Quali sono le differenze sia formative che gestionali della DAD in loco piuttosto che la visita degli alunni presso la struttura?

L’organizzazione delle visite guidate è notevole: il trasporto, le autorizzazioni, le tempistiche di tutta la procedura, un insegnante ogni 15 alunni, significa che sono un insegnante è pagato, costo degli spostamenti, per un’ora di visita va mezza giornata. Le DAD della classe si possono fare anche ogni settimana, mentre le visite guidate sono limitate ad una o poco più all’anno.

 

E’ bello pensare ad una nuova visione in cui bambini e natura siano al centro, per recuperare anche la dimensione di contatto con il territorio che abbiamo perso durante quest’anno in particolare. Per questo motivo abbiamo pensato ai bambini come destinatari per il 5×1000 che tante persone destineranno a Cascina Biblioteca. Per ulteriori dettagli, clicca qui.

30 aprile 2021

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