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Non chiamatela solo equitazione

Un metodo terapeutico che sviluppa una intensa relazione tra persona e animale

Una delle cose che maggiormente affascina quando si arriva in Cascina Biblioteca è la presenza dei cavalli. Sarà che non è facile vederne a pochi passi dalla città, sarà anche che con la loro eleganza riescono sempre ad incantarci. E poi i bambini non vedono l’ora di dargli un po’ d’erba o una carota!

Il maneggio in Cascina Biblioteca esiste da decenni, e ormai da diversi anni la cooperativa è associata ANIRE, l’Associazione Nazionale Italiana di Riabilitazione Equestre e di Attività Ludico Sportiva per le persone disabili, con devianze e disagi sociali. Questa associazione è nata per diffondere la pratica riabilitativa a scopo rieducativo, integrativo e sportivo, così come per far conoscere la riabilitazione con il mezzo del cavallo e per organizzare incontri culturali e scientifici. Inoltre, nel 2021 la cooperativa ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Salute in interventi assistiti con animali, ambito EAA (educazione assistita con gli animali).

“E’ un metodo terapeutico globale in cui, attraverso la pratica di un’attività ludico-sportiva che ha come mezzo il cavallo, la persona viene stimolata nel suo complesso motorio, psichico, intellettivo e sociale, con l’obiettivo di portare al benessere e alla massima autonomia possibile la persona disabile” racconta Valentina Viani, coordinatrice delle attività di equitazione.

Questo metodo è efficace a diversi livelli:

  • a livello motorio perché genera benefici per tutte le patologie del movimento, regola il tono muscolare, l’equilibrio, la coordinazione (TAA, terapia assistita con gli animali, che richiede un’equipe medica)
  • a livello cognitivo perché ha mostrato ottimi risultati con persone con ritardo psico-motorio, problemi di attenzione, iperattività, ipercinesia, problemi apprendimento
  • a livello relazionale e pedagogico in quanto consente una strutturazione dell’immagine di sé e della personalità, la modulazione delle emozioni, la costruzione di relazioni positive e di autonomie
  • per disagio di vario genere, come in caso di tossicodipendenze: attraverso la cura e l’assunzione di responsabilità verso una creatura bisognosa delle nostre attenzioni. Si ribalta la situazione vissuta dalla persona che generalmente è oggetto di cura: infatti, l’individuo, fortemente motivato, non è più fruitore delle cure ma diventa erogatore
  • a livello comunicativo perché stimola la comunicazione e la relazione attraverso il linguaggio non verbale. Il cavallo percepisce le emozioni ed intenzioni senza la mediazione del linguaggio, che è universale e alla portata di tutti, anche delle persone con autismo

“Dopo tanti anni di esperienza, la gratificazione più grande è data dal benessere e dalla gioia dei bimbi e delle persone che partecipano attivamente al loro processo riabilitativo, mettendosi in gioco direttamente e facendo emergere abilità e risorse che loro stessi non sapevano di avere. “La relazione tra persona e cavallo è alla base di tutto e avviene attraverso il linguaggio non verbale, immediata e fruibile da tutti” continua Valentina. “Il cavallo è come uno specchio che riflette i nostri stati d’animo, le paure e i desideri. Relazionarsi con il cavallo significa mediare il nostro comportamento e governare gli stati d’animo in modo da farci accettare dal cavallo ed instaurare una relazione di fiducia ed affetto” conclude la coordinatrice.

Le educatrici equestri hanno una laurea in ambito educativo e sono tecnici della rieducazione equestre, formate alla scuola nazionale Anire e riconosciute dal Ministero della Salute. Il loro non è un lavoro facile, hanno bisogno di tempo e di esperienza per valutare la specificità e il carattere di ogni cavallo. Un animale da branco, che ha un posto nel suo gruppo in base al suo temperamento, importante variabile per costruire la relazione con la persona. Un buon operatore capisce quale tipo di cavallo somministrare alle diverse tipologie di persone e di disturbi da trattare. Per problematiche comportamentali, ad esempio, si sceglie un cavallo non troppo remissivo che faccia capire, tramite il linguaggio non verbale ed il suo comportamento, come approcciarsi ad esso. Così, l’autorità non passa tramite il terapista ma viene impartita direttamente dal cavallo stesso che, in caso di comportamento non adeguato, non si lascia avvicinare, pulire e coccolare.

In Cascina Biblioteca offriamo anche corsi destinati a bambini, che si basano sugli stessi principi pedagogici su cui si fonda la rieducazione equestre. Per questo non ci limitiamo ad una semplice lezione di equitazione, ma proponiamo corsi educativi, che sfruttano tutti i benefici e i principi pedagogici che fanno parte della relazione con il cavallo.

31 gennaio 2022

La diversita' per Cascina Bibilioteca

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