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Oltrecampo, un’esperienza che ha lasciato il segno

Il campo di volontariato organizzato da Cascina Biblioteca ha permesso a gruppi di giovani di vivere giornate di condivisione e solidarietà

In collaborazione con l’associazione di volontariato Damatrà, che si occupa del coordinamento delle attività di volontariato all’interno del sistema integrato di Cascina Biblioteca, Cascina Biblioteca ha dato vita ad “OLTRECAMPO”, un progetto di promozione di campi estivi brevi di volontario rivolti a giovani adulti.

OLTRECAMPO è nato dal desiderio di creare occasioni intense di impegno e cittadinanza attiva territoriali.  Dopo il periodo di “chiusura forzata”, con tutti i risvolti a livello psicosociale che ha generato, è stato importante contribuire ad offrire occasioni per trovare “la misura” giusta per tornare in società, anche in relazione al fatto che molte delle attività socializzanti, di coinvolgimento e di attivazione territoriale sono state interrotte per lungo periodo.

La realizzazione del campo di volontariato estivo “OLTRECAMPO” è stato occasione per coinvolgere giovani cittadini del territorio all’interno in nuove attività di partecipazione, conoscenza e formazione. Sono stati circa 40 i ragazzi che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto e hanno animato con la loro presenza, il loro impegno e la loro energia tutte le aree di servizio della cooperativa che sono state coinvolte. Insieme ai ragazzi sono state svolte attività di agricoltura sociale, di manutenzione e rigenerazione degli spazi, di animazione con i bambini e con persone adulte con disabilità. Ogni ragazzo, a partire dalle proprie competenze e dai propri interessi, ha potuto sperimentarsi in un ambito differente.

OLTRECAMPO ha permesso, inoltre, di accogliere piccole comunità giovanili locali già attive sul territorio, e di co-costruire insieme esperienze di volontariato di gruppo. E’ stato accolto, infatti, un gruppo scout locale di Cassina dé Pecchi, per un’esperienza condivisa per i ragazzi tra i 17 e i 22 anni che sono parte del gruppo stesso.

Abbiamo chiesto a uno dei ragazzi che ha partecipato al campo di condividere con noi le sue impressioni. 

  • Perché il vostro gruppo ha deciso di partecipare ad un campo di volontariato/servizio estivo?

Questa esperienza è stata per molti la prima route di servizio, che nel linguaggio scout rappresenta un’esperienza di volontariato comunitaria. Abbiamo scelto di partecipare a questa iniziativa non solo perchè a causa del covid negli ultimi mesi abbiamo potuto organizzare poche attività, ma anche perché sentivamo il bisogno di dare una mano al prossimo, specialmente in un periodo complesso come il post lockdown. 

  • Perché avete scelto proprio Cascina Biblioteca?

Abbiamo scelto Cascina Biblioteca perché è una realtà sociale del nostro territorio che ci è stata consigliata alcuni capi scout. Molti di noi non sapevano dell’esistenza di questo luogo e siamo tutti rimasti positivamente colpiti da questa realtà.

  • Quali sono state le soddisfazioni e le difficoltà più grandi?

Sono state molte le difficoltà, soprattutto quelle concrete e pratiche, a partire dal tipo di attività di volontariato che abbiamo realizzato: come dipingere il cartellone all’ingresso, spostare l’albero caduto, passare l’impregnante sulla casa degli asini, ma alla fine della settimana eravamo tutti felici e soddisfatti dei risultati. Per me, personalmente, la soddisfazione più grande è stato quando un passante ci ha chiesto che tipo di struttura fosse, osservando il cartellone che avevamo dipinto, gli abbiamo spiegato cosa fa e cos’è cascina biblioteca e il signore è rimasto piuttosto colpito.

  • Qual è la cosa più bella nel dedicare il proprio tempo agli altri?

Ci sono molte cose belle nel dedicare il proprio tempo a qualcun altro, ma probabilmente quella che apprezzo di più è la creazione di nuovi legami con le persone che ti circondano e sapere di aver aiutato qualcuno bisognoso.

  • Quale capacità hai sviluppato durante questa esperienza?

Io ho riscoperto il valore della fatica, il lockdown mi aveva impigrito molto, l’idea di un servizio così fisico mi aveva in parte scoraggiato, ma quando ho visto l’ingresso terminato dopo il nostro lavoro, ho provato un’immensa soddisfazione che non avrei mai provato se non fosse stato per la fatica.

  • Quali sono le parole che ti porti a casa dopo questa esperienza? 

Probabilmente consapevolezza e servizio, consapevolezza perché abbiamo conosciuto una nuova realtà che ci ha mostrato che si può sempre essere membri attivi di una comunità a prescindere da quale sia la tua disabilità, il tuo sesso, o il tuo colore della pelle. Servizio perché abbiamo potuto aiutare chi chiedeva una mano facendo del nostro meglio!

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