Quando le aziende sono sensibili a ciò che accade intorno a loro, alla comunità in cui vivono, al territorio che le ospita e sentono il dovere ed il piacere di contribuire ad attività sociali, spesso scelgono la strada del volontariato d’impresa, uno strumento attraverso cui è possibile concretizzare il proprio impegno sociale, supportando la partecipazione del proprio personale alla vita del proprio territorio o a sostegno di organizzazioni no profit.
Gli aspetti positivi nella scelta del percorso del volontariato aziendale sono tanti e, normalmente, generano un circolo virtuoso. Il primo è certamente la possibilità di mostrare l’interesse dell’azienda verso la responsabilità sociale, che migliora a sua volta l’immagine aziendale attraverso la comunicazione interna ed esterna; la condivisione, con i propri dipendenti, di valori solidali, che rafforzano anche il legame tra dipendente e azienda e incrementano la motivazione del personale; l’arricchimento della cultura aziendale attraverso l’acquisizione di competenze interculturali da parte dei dipendenti; la crescita professionale dei dipendenti, attraverso l’acquisizione e il rafforzamento di competenze trasversali e di team building.
A luglio 2019 Cascina Biblioteca ha visto la presenza di alcune aziende che hanno scelto di fare un’esperienza di volontariato aziendale in cooperativa.
Una di queste è stata Cisco, una multinazionale americana che si occupa di Networking ed Information Technology. Da alcuni anni, ormai, Cisco dedica diverse giornate di lavoro al volontariato presso diverse cooperative sociali.
Il risultato? Una giornata di allegria, risate, divertimento per i nostri amici del CSE Campus che hanno avuto tanti ospiti con cui hanno giocato, fatto boxe, a cui hanno raccontato chi sono; non solo, una giornata di grandi lavori di manutenzione delle nostre strutture in legno, una giornata in mezzo alla natura, un pranzo vicino ai cavalli, un caffè al Vagone, in mezzo a questa piccola oasi verde che è Cascina Biblioteca.
Abbiamo chiesto a Samantha Comini, Sales Manager del team Commercial, alcuni dettagli sulla scelta che li ha portati a voler intraprendere questo percorso, a scegliere proprio la nostra cooperativa ed alcuni feedback dopo aver vissuto questa esperienza.
- Come è nato il progetto del volontariato aziendale? È un’iniziativa italiana o è nata nella casa madre?
Il volontariato c’è da sempre in Cisco. O meglio, è il concetto di “giving back” che fa parte del nostro DNA. Lavoro in Cisco Italia da 21 anni, e questa forte spinta a migliorare la vita delle persone c’è sempre stata. Forse perché sappiamo che lavorare per un’azienda così di successo è un privilegio, sentiamo la voglia di condividere con gli altri questa nostra fortuna, e di restituire alla comunità almeno un pizzico del nostro benessere. Il volontariato così strutturato è nato negli ultimi anni, ma la solidarietà che ne è alla base fa parte dei nostri valori da sempre.
- Come siete entrati in contatto con la nostra cooperativa e cosa vi ha convinto a scegliere proprio noi?
Non è stato immediato. Ho fatto un lungo percorso di riflessione e ricerca online, per poi finire nella vostra splendida struttura che è proprio a due passi da dove sono cresciuta! Volevo per il mio team qualcosa di nuovo, un’attività di volontariato che fosse anche un’occasione di team building, un’esperienza diversa. Avrei potuto scegliere una delle tante Onlus già affiliate a Cisco, ma puntavo a trovarne una tutta nostra, per poterla “adottare”. Volevo dedicare il nostro tempo agli anziani, ho scritto a 6 case di riposo della nostra zona uncui spiegavo chi siamo e cosa volevamo fare. Risposte? Nessuna. Poi navigando online mi sono imbattuta in un portale che non conoscevo, Milano Altruista.org, e vi ho trovato. Anzi, ri-trovato, visto che da bambina vi conoscevo! Ho scritto al referente di Milano Altruista, mi ha risposto subito, mi ha messo in contatto con voi e nel giro di due giorni abbiamo deciso tutto: data, attività, perfino il menù del pranzo! La velocità di reazione è una virtù, ne sono convinta. Quando ci metti troppo a rispondere o a decidere perdi le occasioni migliori. La vostra disponibilità immediata nel venirci incontro mi ha subito conquistata. Adesso sono ben lieta di non aver mai ricevuto risposta a tutte quelle mail!
- Quale funzione in azienda ha gestito il progetto? Come è stato comunicato ai dipendenti e come lo hanno accolto? Come hanno accolto le 5 giornate di volontariato nel corso dell’anno?
Ho gestito personalmente il progetto. Sono Sales Manager di un piccolo gruppo di persone all’interno di un’organizzazione di più di 20 persone in tutta Italia. Ho proposto l’idea al mio Director che da subito l’ha sostenuta in pieno, nonostante fossimo a pochi giorni dalla chiusura del nostro anno fiscale. Era la penultima settimana di luglio, calda, caldissima, e non soltanto per la temperatura esterna! Ho scritto una lunga e dettagliata mail a tutto il team, li abbiamo lasciati assolutamente liberi di decidere se partecipare o meno, perché sono convinta che questo genere di cose o le fai col cuore o è meglio se non le fai. E, dato che ognuno di noi ha attitudini e predisposizioni diverse, abbiamo creato due squadre usando i nostri vecchi slogan: il team “Human Network” per chi voleva passare la mattinata con gli ospiti della vostra struttura, e il team “Internet of Things” per chi preferiva avere a che fare con le cose: verniciare, sistemare, ristrutturare. La maggior parte delle persone ha scelto la squadra “IoT” ed è esattamente ciò che serviva anche a voi: hanno verniciato un intero capanno, mentre la mia più ristretta squadra “Human Network” ha partecipato alle attività di gruppo con i vostri adorabili ospiti del centro diurno. Qualcuno non è venuto, ma va bene così. Abbiamo dedicato 70 ore a voi e ne siamo tutti orgogliosi!
Le famose 5 giornate sono quelle che la nostra corporate mette a disposizione ad ogni dipendente per attività di volontariato. 5 giorni all’anno regolarmente retribuiti: non sono ferie, non sono permessi, sono giorni lavorativi che ognuno di noi può dedicare a qualunque onlus o attività. Cinque giorni per più di 70.000 dipendenti è un investimento enorme per l’azienda, e questo dimostra quanto Cisco creda nel “giving back”.
In più (perché non è finita!), teniamo traccia accurata delle ore di volontariato svolte da ciascun dipendente perché Cisco dona 10$ per ogni ora spesa presso le tante, tantissime organizzazioni non-profit affiliate a Cisco. Ovviamente per entrare in questo “club”, le Onlus devono rispettare determinati requisiti, fornire documentazione ai nostri legali: giustamente Cisco verifica la serietà di tutte le non-profit che sostiene. Ma una volta che la non-profit è stata approvata e registrata, il meccanismo di “gift matching” diventa automatico: per ogni ora di volontariato l’onlus riceverà sempre 10$! In Cisco Italia crediamo talmente tanto in questa iniziativa che il nostro Amministratore Delegato ha lanciato una sfida: 5.000 ore in un anno spese a favore dei meno fortunati e più bisognosi. E noi abbiamo subito cominciato con voi!
- Quali sono state le impressioni e le emozioni di chi ha partecipato a queste giornate? Ecco il commento di qualche collega …
Tiziano: Ho vissuto una giornata di grandi emozioni, molto forti e contrastanti. Ho avuto una persona in famiglia, una carissima zia, con questi problemi, ma la grande Famiglia estesa (genitori, fratelli, nipoti) le è stata accanto per tutta la vita in modo esemplare. Dunque per me da sempre è stata una persona normalissima… vedendola sin da piccolo per me era così, punto. Tant’è che quando una volta cresciuto mi hanno detto che era “speciale” per così dire, penso sia stato come quando ad un bambino si dice che Babbo Natale sono papà e mamma! Qualcosa di forte che forse non capivo bene… Ma questo ha rafforzato di più la consapevolezza del bene che provavo per questa persona, e dunque ho imparato a leggere i suoi pensieri, i suoi sguardi, il suo mondo… è stata una lezione di vita, un mondo di eterni bambini! Mi reputo anch’io cosi.
Ebbene… venire da voi è stato come essere a casa… Una giornata di sguardi, di abbracci con gli occhi di ritorno al passato… che hanno toccato molti sentimenti. Come se per un attimo potessi parlare ancora con mia zia. Mi sono sentito bene! Ma “soprattutto”… guardavo le persone che stavano attorno, gli educatori e non solo, le strutture… Per me anche quelle erano persone speciali perché’ in fondo mia zia ha avuto la sua Famiglia sempre a fianco…
Vedere tutte queste persone (educatori, ecc.) che accompagnano questi ragazzi speciali e osservarli è la traduzione per me nel realizzare quanta solidarietà c’è. Che bello vedere che ci sono persone che con il loro tempo diventano Famiglia… Il mondo comunque vada è bellissimo. Beh, ecco questo a me ha fatto davvero bene!
Nicola: Avvicinandomi alla struttura ho avuto l’impressione di entrare in un mondo dove c’è serenità e cordialità (aiutava anche il contesto del parco), percepito dai primi cordiali saluti di benvenuto. Ho avuto poi conferma di questo nel momento del ristoro (pausa merenda) durante la quale ho avuto modo di scambiare due chiacchiere e discorrere con diverse persone, tutte persone molto informali nella relazione e, nel discorrere con loro, si percepiva fortemente familiarità, simpatia, affetto, serenità.
Ho lasciato la struttura con la convinzione che fosse un ambiente sano, e quando ancora oggi penso a quell’esperienza la associo alla tranquillità e alla serenità d’animo.
- Quali sono state le difficoltà più grosse e cosa andrebbe migliorato in questo tipo di iniziative?
Nessuna vera difficoltà, con Agnese ci siamo intese al volo e organizzate velocemente. L’unico suggerimento che posso dare è di attrezzare per bene i volontari che svolgono attività tipo la nostra di verniciatura, perché se mancano gli strumenti giusti, per qualità e quantità, è difficile fare un lavoro ben fatto e coinvolgere tutte le persone. Ad esempio, se non ci sono pennelli per tutti qualcuno si ritroverà con poco da fare ed è un peccato. Ma per il resto è stato tutto molto apprezzato dalle nostre persone, dall’accoglienza calorosa all’ottimo pranzo!