Martina lavora come infermiera in terapia intensiva in un ospedale milanese. Oggi dedica interamente il suo tempo ai pazienti malati di coronavirus.
Grazie ad una donazione da parte di una catena di negozi di elettronica, l’ospedale ha oggi a disposizione 10 tablet, che permettono ai pazienti di riprendere contatto con la propria famiglia e poter anche ascoltare un po’ di musica. Tutto questo li aiuta a riaffacciarsi al mondo dopo un periodo di completa sedazione.
Martina ha capito subito che i pazienti avevano un semplice problema: non riuscivano a tenere il tablet in posizione verticale e quindi non riuscivano a vedere le immagini dei loro cari in videochiamata. Era quindi necessario trovare una soluzione per poter sostenere il tablet.
Marco è il cognato di Martina e lavora in Cascina Nibai, ormai parte di Cascina Biblioteca. Marco in questi giorni è al lavoro perché si occupa, tra le varie attività, anche di tenere aperto lo spaccio in cui si vende carne, verdura ed altri alimenti prodotti in cascina o provenienti da altre reti di agricoltori e produttori.
Quando Marco ha saputo della necessità di trovare un sostegno per aiutare i pazienti a fare le videochiamate con i loro cari, ha recuperato alcune attrezzature per lavorare il legno presenti in cascina e ha preparato alcuni supporti nei ritagli di tempo e coadiuvato da Alessandro, volontario per la preparazione delle spese a domicilio.
I “portatablet” sono stati prontamente consegnati a Martina e portati in ospedale. I pazienti in questo modo possono vedere con facilità le immagini, svagarsi un po’ e ritornare ad avere contatti con il mondo esterno. Molti di loro sono tornati a sorridere, dopo la fase acuta di questa malattia che è molto disumana e lascia soli.
Se la mission di Cascina Biblioteca è quella di stare accanto alle persone fragili, allora anche questo piccolo gesto contribuisce a realizzarla: in cooperativa non ci sono solo operatori sociali per residenze, centri diurni e tempo libero per disabili, non solo giardinieri, muratori e agricoltori ma anche “mastri Geppetti”.
Una piccola storia di cura e vicinanza, un piccolo dono che aiuta a alleggerire la vita delle persone che oggi, in ospedale, vivono la fragilità.