Nadia e Eleonora, le
coordinatrici dei servizi, li hanno selezionati e inserirli nell’équipe di lavoro, affiancandoli a persone con cui collaborano da tempo, e sono rimaste molto contente della loro partecipazione.
E viceversa, entrambi si sono mostrati affezionati e soddisfatti a estate conclusa.
Se è vero che una vacanza è una vacanza e un lavoro è un lavoro, ci sono esperienze che valgono l’una e l’altra cosa e possono darti ancora di più.
Ilaria e Simone ce l’hanno raccontato, dimostrando grande sensibilità, gioia e gratitudine.
“Allora sei pronta a partire per Cesenatico?”
Questa era la domanda più frequente che mi veniva fatta nelle settimane precedenti al viaggio.
Ed io ogni volta avrei voluto rispondere “No, non sono pronta. Ho paura.”.
Dentro di me risuonavano così tante emozioni contrastanti: l’idea di non essere all’altezza di questo lavoro, la paura di sbagliare, il terrore di avere aspettative troppo elevate o di rimanere delusa dall’esperienza in sé.
Ad oggi se ripenso a tutti quei pensieri, credo che alcuni fossero solo semplici e oneste paranoie che precedono le novità.
Altri pensieri, invece, mi hanno dato la carica giusta per mettermi in gioco al massimo! Aver accettato di partire per due settimane, con un gruppo di persone nuove, con una responsabilità educativa così forte ha rappresentato per me un salto nel buio. Ma ho seguito l’istinto di chi ha più esperienza di me, di chi me l’ha proposto vedendo in me qualcosa che io non vedevo. Così mi sono buttata “senza paracadute”. E sono davvero felice di averlo fatto.
La vacanza a Cesenatico è stata un’esperienza perturbante. Vivere due settimane a stretto contatto con un gruppo di venticinque ragazzi con disabilità e con i tuoi colleghi può portarti a pensare “Quando ci possiamo riposare?” oppure può essere un’esperienza che ti travolge. La tanta vicinanza agli altri dopo la pandemia mi è servita a rileggere il significato della parola prossimità, contatto, incontro e ho scoperto per la prima volta la bellezza dell’unicità di ciascuna persona del gruppo. Avevo già lavorato per i campus estivi dei ragazzi in Cascina, ma la vacanza è stata, effettivamente, un valore aggiunto.
Essere sempre prossimi ai ragazzi a Cesenatico significa conoscere come preferiscono essere svegliati al mattino, vedere come convivono con il loro compagno di stanza, capire il momento in cui iniziano ad essere stanchi, cogliere la nostalgia della loro casa, vedere come, giorno dopo giorno, costruiscono legami con i loro compagni di viaggio e poi osservarli divertirsi insieme durante le attività.
È innegabile che la stanchezza che si prova a fine giornata sia immensa, ma mi piace definirla una fatica bella, di quelle che ti fanno andare a letto soddisfatta, piena di vita e di emozioni che scaldano l’anima e fanno crescere.
Sono arrivato per caso in Cascina Biblioteca, non come operatore ma come autore.
Michele Arancio, educatore dello SFA e curatore degli eventi di musica live al Vagone, è un mio amico e collega di tante avventure artistiche che mi ha invitato a vedere e scoprire questo mondo speciale che è Cascina. Prima attraverso la musica, dunque, poi attraverso il ruolo educativo ci sono entrato in contatto.
Mi sono trovato subito bene nel mese di giugno, grazie ai buoni consigli di Eleonora, Ezio e Nadia. Così è andata a finire che, una settimana dopo l’altra, dicevo sempre si e ho passato con loro tutta l’estate, andando anche in vacanza con i ragazzi del servizio di Tempo Libero.
E’ un’avventura ancora è viva nei miei ricordi. Le emozioni vissute hanno compensato tutta la fatica, perché occuparsi degli altri ogni singolo giorno è una questione delicata e impegnativa. Ricordo che ogni sera, dopo giornate di situazioni nuove e interessanti da vivere per tutti, ci ritrovavamo a parlare. L’intento era quello di raccontarci tutto dei gruppi di ragazzi e confrontarci se qualcosa non era andato come doveva, ma in realtà si finiva sempre per condividere le piccole situazioni accadute che ci facevano sorridere e a volte anche ridere fino perdere il fiato!
I nuovi incontri sono stati veramente speciali e l’affezione che si crea proprio con i ragazzi che tu devi assistere è qualcosa che non avevo mai provato prima: per questo motivo non riesco bene a descrivere ogni sentimento che ancora vive in me.
La pianificazione del viaggio è stata a dir poco perfetta, frutto della grande professionalità di Nadia. La sua passione per questo lavoro è gigantesca: ne derivano la sua precisione e organizzazione, impeccabili.
Mi sono sicuramente trovato bene, a mio agio anche grazie a questa rete strutturata e sempre pronta a reggerci di fronte alle difficoltà.
Il resto è stato “Lavoro & Vacanza”: lavoro per quanto riguarda la responsabilità, vacanza per lo spirito allegro di come il lavoro veniva vissuto da tutti.
Se i miei impegni lavorativi me ne daranno possibilità e Nadia me lo dovesse chiedere di nuovo, tornerei a viaggiare con il “Tempo Libero”ad occhi chiusi. Possibilmente senza Covid.
20 settembre 2021