Il progetto Spiga & Madia nacque circa 16 anni fa, quando alcuni cittadini, consapevoli che in Brianza non si coltivasse più il grano per fare il pane, decisero di riprendere in mano la filiera, partendo dal seme. Spiga & Madia (madia è un termine lombardo-piemontese per identificare un mobile in legno nel quale si riponevano oggetti e alimenti, spesso il pane) nacque con l’obiettivo di ricostruire una filiera di pane biologico in un territorio (la Brianza monzese) approssimativo di 50 km di raggio.
Alcuni principi di base guidarono, e lo fanno tutt’oggi, questo cammino: sostenibilità ecologica, redditività dell’attività agricola, qualità del prodotto finale e il consumo stesso come esperienza conviviale e qualitativa; e ancora filiera corta, con un passaggio diretto dal produttore al consumatore, una relazione differente tra la campagna e la città, una partecipazione attiva da parte dei cittadini che diventano “consumattori”, co-produttori che promuovono idee, le implementano e le realizzano insieme al produttore, condividendo anche il rischio imprenditoriale.
Nel 2006, attraverso la sottoscrizione un patto scritto, venne formalizzata la relazione tra diversi attori: un gruppo di consumatori “critici”, una cooperativa agricola biologica, Cascina Nibai, e un proprietario fondiario, con il supporto del Comitato verso il Distretto di Economia Solidale della Brianza. Il ciclo era ed è il seguente:
- i consumatori si impegnano a pianificare i propri consumi annuali di farina e pane e a coprire i costi anticipati per la semina;
- la cooperativa si impegna a seminare un’equivalente superficie di terreno capace di produrre il frumento tenero (biologico) necessario a soddisfare i bisogni
Non solo, i consumatori si impegnano anche alla copertura di parte dei costi anticipati per la semina, subordinandoli al raggiungimento delle rese attese per ettaro; nasce così un fondo di rischio e mutualità tra consumatori e produttori. La cooperativa si impegna a costruire un “prezzo trasparente”, che definisce preventivamente i prezzi riconosciuti ai produttori agricoli partecipanti al patto per tutto l’anno agrario. All’interno del prezzo trasparente finale dei prodotti, rientrano i costi di molitura (in un piccolo mulino artigianale) e i costi di panificazione, effettuata da artigiani locali secondo metodologie tradizionali che esaltano le qualità organolettiche del prodotto.
Costruire un prezzo trasparente è un processo complesso e partecipato tra tutti gli attori e mostra ogni anno i costi di ogni parte del processo, garantendo il giusto pagamento del lavoro. E’ nato anche un marchio, associato ai prodotti del ciclo, per proteggere il valore intangibile dei prodotti e del lavoro di coloro che fanno parte della filiera.
Tutto questo è gestito grazie a un tavolo tecnico che governa le relazioni, l’uso del marchio, definisce i prerequisiti del prezzo trasparente, risolve i problemi logistici. Con l’obiettivo di garantire la sostenibilità economica e relazioni di qualità tra i diversi soggetti. Inoltre, la possibilità di dare vita a filiere territoriali collaborative genera una nuova accezione del termine “partecipazione al contesto territoriale” per le comunità locali, che è un’alternativa al modello economico attuale e a quello di sviluppo del territorio.
Dopo qualche anno di pausa, dovuti alla scelta di non coltivare i Grani Antichi, lo scorso dicembre è stato piantato il grano nei campi di Cascina Nibai a Cernusco sul Naviglio e l’anno prossimo il pane verrà impastato con la farina ottenuta dal grano proveniente da questi campi. Il gruppo tecnico ha abbandonato l’altra azienda agricola e, come Rete Semi Rurali, sono stati presi in comodato gli uffici in Nibai.
Proprio qualche giorno fa è arrivato il primo sacchetto da 25 kg di farina di grano Storico Ardito, una farina di un grano storico, tenero di tipo 2, quindi semi integrale e più ricca di fibre rispetto alle altre farine. Il prossimo weekend è in programma anche un corso di panificazione avanzato con pasta madre per grani di bassa forza
Con la partecipazione a questo progetto Cascina Biblioteca mantiene viva la vocazione agricola di Cascina Nibai e, nello stesso tempo, aderisce ad un’iniziativa innovativa di partecipazione sociale, che rispecchia i valori della cooperazione.
Tratto da Giuseppe De Santis da: “il Capitale delle Relazioni” – Altreconomia Edizioni
20 settembre 2022