0221591143

Un anno in bolla – intervista doppia allo SFA di Cascina Biblioteca

Un anno difficile da riorganizzare in sicurezza: abbiamo chiesto a educatori e ospiti dei centri diurni com’è andata.

Premessa

Vista lemergenza sanitaria, il 2020 è stato lanno della riorganizzazione per tutti i settori professionali e per le vite personali.

Il 2021 inizia ora a vedere qualche miglioramento, ma chi non uscirà cambiato dallesperienza della pandemia?

Resilienza, trasformazione, igienizzazione, messa in sicurezza, distanziamento sociale: queste sono state le parole più pronunciate e le azioni più messe in atto durante lo stato emergenziale che ha cambiato il mondo.

In Cascina Biblioteca, ogni servizio è dedicato alle persone: di conseguenza tutto si è trasformato ed è stato riorganizzato nel piccolo e nel grande, non senza impegno e fatica. Larea abitare, il lavoro agricolo, le attività di ricreazione e socializzazione, le attività di ristorazione e commercio, così come i centri diurni e socio-educativi hanno subito una revisione importante.

Le linee guida ministeriali destinate ai centri diurni per persone con disabilità, centri socio-educativi, centri di formazione allautonomia e centri di accoglienza diurna sono state molto nette da subito, sia di fronte alla chiusura necessaria che in occasione della riapertura, quando tutto ha ricominciato a funzionare organizzato in bolle” di appartenenza.

Cosa sono le bolle”? Si tratta di gruppi di 4/6 persone massimo con un educatore di riferimento che devono rimanere soltanto tra loro per tutto lanno. Non possono entrare in contatto né mangiare con gli altri ospiti del centro, né possono condividerne i servizi, le attività, non possono uscire dallo spazio destinato alla bolla e non possono, soprattutto, abbracciarsi o toccarsi. La salute di tutti viene al primo posto ed è stato fatto quel che era necessario per tutelarla, naturalmente: gruppi separati significa eventuali contagi limitati solo al gruppo stesso.

In occasione delle riaperture, così, dopo aver trascorso il lockdown a casa seguendo le attività riprogettate on line dalle équipe educative dei centri, per gli ospiti dei centri tornare in presenza con delle limitazioni così forti è stato un bellimpegno. Lo è stato anche per gli educatori, responsabili delle proprie bolle e della salute di tutti, che hanno dovuto pretendere le limitazioni dagli ospiti.

Ora che è il mese di luglio 2021, che molti se non tutti sono stati vaccinati con una o due dosi, che la curva epidemica è calata tanto e laria estiva permette di respirare anche un posenza mascherina, abbiamo deciso di chiedere a educatori e ospiti com’è stata questa esperienza, nel bene e nel male.

Il racconto dello SFA

Eihaib e Maurizio si sono conosciuti lo scorso autunno all’interno dei servizi diurni di Cascina Biblioteca: più precisamente allo SFA, acronimo di Servizio Formazione all’Autonomia.

La passione per le biciclette è stata un’opportunità per approfondire la loro relazione. Maurizio, infatti, educatore e cultore dei bicicli, ha proposto al centro diurno un progetto di ciclofficina per gli utenti che ha permesso a Eihaib di appassionarsi.

“Durante il periodo di lockdown”, racconta Eihaib, “stavo chiuso in casa senza fare sport perché le palestre erano chiuse. Ho imparato a usare il computer, a allenare più la testa che il corpo, ma ero molto giù di morale. Finito il lockdown, quando si è potuti uscire, io non avevo più voglia di farlo.”

È qui che è arrivata la proposta di Maurizio di praticare un’attività artigianale e manuale che Eihaib, come altri, non conoscevano ed è stata provvidenziale. 

“A me piace fare le cose da solo e imparare a risolverle da solo. Aggiustare le bici è diventato una sfida con me stesso che cercavo di vincere”, spiega Eihaib.

Maurizio racconta che una volta entrati in ciclofficina, Eihaib era l’unico a non guardare mai l’orologio. Non aveva fretta di finire e stava due ore ininterrotte ad aggiustare la sua bici e poi, con la felicità stampata sul viso, lasciava la bottega orgoglioso del lavoro fatto.

“Per me uscire dal lockdown ha il colore giallo, giallo come la felicità di essere riuscito a concludere qualcosa da solo!”, continua Eiahib.

Maurizio lo capisce: dopo il periodo nero della pandemia, quando il mondo ha iniziato ad “aggiustarsi”, è stato come un far ripartire un elettrodomestico che non funzionava più.  “Dopo la prima e poi la seconda ondata, si è rimesso in funzione qualcosa, forse il motore e il mondo ha ripreso a muoversi. Si è trasformato, non è più quello di prima, ma è finalmente tornato a essere utile e utilizzabile. Il mondo come un elettrodomestico arancione, insomma, per mantenere il paragone con il colore. Arancione poi è il colore dei lavori in corso”, spiega l’educatore.

“Come in ciclofficina: se una bici non va, ma ha dei pezzi che funzionano ancora, la porti in ciclofficina e li sposti su un’altra bici e torni a farla andare”, aggiunge Eihaib, che ha imparato le lezioni di Maurizio.

Durante il primo periodo di emergenza sanitaria, Maurizio non lavorava in Cascina ma presso i servizi residenziali di un’altra cooperativa. “Amavo molto il mio lavoro, ma lo scorso anno è stato faticosissimo, come non avrei mai immaginato. Così quando ho lasciato il lavoro precedente e ho trovato questo in Cascina, mi è sembrato di uscire di nuovo al sole e all’aria aperta: lavorare presso un centro diurno dove proporre un mio progetto legato alle bici e all’artigianato… wow!”.

“Anche a me è sembrato di essere uscito dal carcere e aver trovato la primavera”, aggiunge Eihaib, “prima c’erano solo foglie secche e poi non c’erano più”.

Visto che da esperienze come quella appena vissuta usciamo tutti cambiati,“aggiustati” per così dire, chiediamo loro quali sono stati i “pezzi nuovi” che hanno montato sulla loro bicicletta. Cosa ci si porta dietro di buono da un anno così?

Risponde per primo Maurizio.

“Credo che siano venuti fuori aspetti del carattere delle persone che non conoscevo. Anche di noi stessi. Impariamo a conoscerci meglio e a conoscere meglio colleghi, utenti, amici. Qui allo SFA eravamo divisi in bolle di 5/6 persone a gruppo, ogni giorno, ogni settimana. Io che ero nuovo in pochi mesi ho conosciuto in modo approfondito il mio gruppo, molto più velocemente che non se fossimo stati un grande gruppo. La difficoltà ha portato a scoperte molto interessanti e le relazioni umane ne hanno tratto beneficio.”

Chissà se Eihaib avrebbe capito così in fretta di avere una passione per i cicli se non fosse stato mesi “in bolla” con Maurizio. 

Sicuramente qualcosa di prezioso l’ha capito.

“Io con la pandemia ho scoperto il valore della libertà. Prima del Covid non uscivo tanto: da casa, arrivavo in Cascina e poi, al massimo, andavo in palestra. Durante la quarantena, come ho detto, è stato anche peggio. Ma ora mi sento più incuriosito dalla vita. Pensavo che fosse più difficile uscire, invece è bello e facile e ora so di voler fare cose nuove. Non ho più paura”, racconta Eihaib, con un sorriso un po’ imbarazzato e con una lucidità generosità.

“Adesso mi sento anche libero di scegliere cosa voglio, non mi sento obbligato. Maurizio è stato importante per me perché mi ha spiegato le cose con calma ed è stato gentile. Ha avuto pazienza. Per me è stata più importante il nostro rapporto che non la cosa che stavamo facendo. Io ho dato il massimo per questo modo che Maurizio ha avuto con me.”

Ora anche Maurizio è emozionato: racconta che Eihab ha molta forza d’animo, che lui vedeva la sua difficoltà, ma anche la sua determinazione a volersi impegnare. “Gli ostacoli fanno parte della vita: aver avuto accanto Eihaib che li affrontava sempre con passione è stato un esempio per me.”

Anche questa volta, dopo i racconti del Cse campus e del Centro Diurno Mixité, abbiamo conferma che l’educazione e la formazione non sono percorsi unilaterali: insegnano reciprocamente in un senso e nell’altro.

Chi si occupa di persone e relazioni umane, insomma, è fortunato, poiché trova ogni giorno tesori da raccogliere.

Chi, invece, ha vicino educatori motivati e attenti sa che può avere il tempo che gli serve per imparare a diventare autonomo. Anche in tempo di Covid!

 

26 agosto 2021

A CHI SI RIVOLGE?

La diversita' per Cascina Bibilioteca

LA DIVERSITÀ È UN DIRITTO A CUI NON VOGLIAMO RINUNCIARE

Il lavoro come espressione di vita per Cascina Bibilioteca

UN LAVORO DI VALORE

ARTICOLI CORRELATI

  • © Copyright Cascina Biblioteca Società Cooperativa Sociale Di Solidarietà A R.L. Onlus. All Rights Reserved.
  • P. IVA 11656010151
  • IBAN: IT26G0503401751000000024965
  • Privacy
  • Video Policy
  • Cookie Policy